Palazzo comunale
Coordinate GPS: 41.498526,13.057782
Immagini
1) Prospetto principale (foto Autore) | 2) Portale su via Roma (foto Autore) |
Descrizione
I resti del palazzo comunale di epoca medievale sono inglobati nell’attuale sede dell’Antiquarium comunale di Sezze. L’erezione dell’edificio è legata ai documenti del 1278 relativi alla nomina di un procuratore ad emendum domum pro palatio communis Setie et locum pro platea. L’avvenimento si colloca in una fase piuttosto avanzata della vita comunale della città, coincidente con l’assestamento del potere podestarile in alternanza con le magistrature consolari presenti già da circa di un secolo. Prove indirette della presenza dei consoli a Sezze, infatti, si hanno solo dai primi anni del XIII secolo, ma la notizia inerente l’azione dei Setini contro il signore Lando da Ceccano nell’anno 1181 lascia ipotizzare l’avvenuta costituzione del comune già prima dell’installazione dei Ceccanesi. Nel 1227 comunque, la fase del potere consolare sembra essersi esaurita: questo stesso anno, infatti, l’elezione di un podestà straniero, tale Paolo Judicis, inaugura la presenza costante di un unico rector.
La progettazione della sede comunale avvenne in concomitanza con una fase di riorganizzazione urbana che vede il riassetto dei quartieri cittadini, le sei decarcìe, sviluppatesi in maniera diseguale sotto la spinta demografica. La decarcìa di San Pietro è destinata ad assumere il ruolo di centro civile e sociale della città, sia per la presenza della nuova sede del Comune affacciata sulla platea maior, sia per la concentrazione nella zona delle residenze turrite di numerose famiglie di milites, mentre rimane relegata al ruolo di polo religioso l’area del duomo di Santa Maria, la decarcìa Codarda, in cui si tenevano le assemblee popolari prima della costruzione del palatium. Diversamente dal caso di Priverno dunque, la nuova sede del comune setino si pone come elemento aggregatore di un polo alternativo al nucleo gravitante intorno al duomo. La scelta del luogo dell’edificazione cade sull’area dove probabilmente insisteva il foro della romana Setia, proprio all’incrocio tra il decumano e il cardo dell’antica città, identificabili rispettivamente con le attuali via Roma, la medievale via Publica, e, da sud a nord, via Annia e via delle Scalelle della Piazza. Quest’ultima fungeva da collegamento con l’area del duomo situata più a sud, mentre tramite via Roma la piazza pubblica era congiunta verso ovest a porta Paolina e, verso est, alla zona dell’Incastellatura, sito dell’acropoli romana, dove l’asse stradale si biforcava per ricongiungersi verso porta Pascibella all’estremità orientale della città.
Del palazzo tardo-duecentesco, sottoposto a successivi rimaneggiamenti che ne hanno trasformato l’aspetto, è possibile leggere sotto gli intonaci moderni solo poche tracce che consentono una ricostruzione frammentaria dell’assetto originario. Fortunatamente i documenti aggiungono qualche elemento alle scarse tracce murarie, citando alcune strutture oggi non più esistenti, quali la scala, la torre merlata, il portale principale, nonché un ambiente dove si esercitava la giustizia. Nel complesso dunque si può ipotizzare un edificio in muratura di bozze calcaree, di non grandi dimensioni e dall’impianto planimetrico di forma rettangolare che seguiva il dislivello del terreno in salita verso l’Incastellatura; a questo nucleo medievale si aggiunsero in tempi più recenti le altre tre ali che circondano l’attuale cortile dell’Antiquarium.
Un esame dei prospetti, quello principale prospiciente piazza IV Novembre e il secondario sul fronte stradale di via Roma, mostra alcuni archivolti di finestre al primo e al secondo livello e tracce di una struttura turriforme, forse identificabile con quella citata nelle pergamene. Nel cortile dell’Antiquarium, inoltre, sono visibili alcune porzioni di arcate a tutto sesto sostenute da pilastri quadrati, affini ai sostegni del palazzo comunale priverniate di cui rappresentano però la versione semplificata, e che sono probabilmente pertinenti ad una sezione porticata che si affacciava sulla piazza con un loggiato al primo piano. Anche l’attuale porta d’accesso all’Antiquarium, sebbene attualmente inserita in una delle ali posteriori, appare relativa al palazzo tardoduecentesco come rivela la conformazione archiacuta e la profilatura a cordone di derivazione fossanoviana che lo avvicina al portale d’ingresso all’aula piperniate. Sulla base degli scarsi elementi originari rimangono purtroppo incerte la conformazione e l’utilizzo del pianterreno e la posizione della scala, anche in questo caso presumibilmente esterna, che doveva permettere l’accesso diretto al primo livello.
Bibliografia
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Autori
Roberta Cerone