NINFA - S. Maria di Marmosolio
S. Maria di Marmosolio
Descrizione
Il più antico documento conosciuto relativo a Marmosolio risale al 25 novembre 1154: Ugo, vescovo di Ostia e Velletri, donò e confermò il monastero all’abate Aimone elencando le pertinenze ad esso concesse (Caraffa 1981, p. 139; De Sanctis 1989, p. 260).
Secondo la tradizione il monastero fu distrutto nel 1165 dalle truppe di Federico Barbarossa (Bonadonna Russo 1988, pp. 65-77). Al 1206 risale infatti una domanda di trasferimento di sede da parte dell’abate di Marmosolio agli abati di Casamari e Fossanova (Carbonara 1990, p. 260). Nel XV secolo il suo nome scomparve dai documenti e tuttora non si conosce l’esatta ubicazione di questa struttura. Dalle fonti documentarie, storico-critiche e cartografiche, si può risalire soltanto ad una zona isolata nei dintorni del Castel Tiberio (oggi detta Tivera), in un’area compresa tra Ninfa, Norma, Cori e Cisterna.
Bibliografia
Bonadonna Russo M.T., La scomparsa abbazia cistercense di S. Maria di Mormosolio, «Lunario Romano», XV (1988), pp. 65-77.
Caraffa F., Repertorio topo-bibliografico dei monasteri italiani, «Monasticon Italiae», I (1981), pp. 132-149.
Carbonara G., Edilizia e urbanistica di Ninfa, in Ninfa: una città, un giardino, «Atti del Colloquio della Fondazione Camillo Caetani, Roma-Sermoneta-Ninfa, 7-9 ottobre 1990», a cura di L. Fiorani, Roma 1990, pp. 223-245.
De Sanctis M.L., Insediamenti monastici nella regione di Ninfa, in Ninfa: una città, un giardino, «Atti del Colloquio della Fondazione Camillo Caetani, Roma-Sermoneta-Ninfa, 7-9 ottobre 1990», a cura di L. Fiorani, Roma 1990, pp. 259-279.
Autori
Antonio Iommelli