Palazzo comunale
Immagini
1) Esterno del palazzo. | 2) Esterno, bifora. |
Descrizione
La prima notizia certa che riguarda l’edificio [Fig. 1] è contenuta in un documento del 1298: «Actum in palatio condam comunis Ninfe» (Carbonara 1990, p. 229). Le fonti successive tacciono e si sa soltanto di un crollo del 1747 (Carbonara 1990, p. 229), di un adattamento a granaio, per volontà di Francesco Caetani nel 1765 (Carbonara 1990, p. 230) e dei lavori condotti da Gelasio Caetani per farne la propria residenza, agli inizi del nostro secolo. Le uniche porzioni dell’edificio attribuibili alla prima fase costruttiva sono rappresentate dalle due arcate sul pilastro poligonale per metà interrate e dal portale in conci calcarei, simile al portone della torre quadrata situata al centro della rocca (Cerone 2010; Pistilli 2004, p. 87). Le fonti inoltre riportano l’esistenza di una sala voltata dipinta ‘alla gotica’ e di sette finestre bifore, come quella tuttora esistente [Fig. 2] (Caetani 1927-1933, p. 117).
Bibliografia
Cerone R., Congregato populo in palatio communis. Il palazzo pubblico nel Medioevo: il caso del Lazio meridionale, Roma 2010.
Carbonara G., Edilizia e urbanistica di Ninfa, in Ninfa: una città, un giardino, «Atti del Colloquio della Fondazione Camillo Caetani, Roma-Sermoneta-Ninfa, 7-9 ottobre 1990», a cura di L. Fiorani, Roma 1990, pp. 223-245.
Gregorovius F., Passeggiate per l’Italia, Roma 1968.
Pistilli P.F., Arte e architettura nei domini Caetani della Marittima dal 1297 alla fine del XV secolo, in Bonifacio VIII, i Caetani e la storia del Lazio, «Atti del Convegno di studi storici, Roma-Latina-Sermoneta 2000», Roma 2004, pp. 81-116.
Autori
Antonio Iommelli