ABBAZIA DI FOSSANOVA - La sala capitolare

La sala capitolare

Immagini


1) La sala capitolare

Descrizione

La sala capitolare costituisce il cuore politico e amministrativo dell’abbazia. Situata al centro dell’ala dei monaci, lungo il lato orientale del chiostro, vi si svolgeva ogni giorno una riunione solenne della comunità monastica presieduta dall’abate. Qui si leggeva un capitolo tratto dalla Regola di san Benedetto, si ascoltavano le omelie, si distribuivano le mansioni quotidiane e si affrontavano i problemi legati alla gestione del monastero. Solo i religiosi potevano entrare nella sala, prendendo posto sulla panca collocata lungo il perimetro. Alcune decisioni capitolari potevano riguardare anche i conversi, che in tal caso – e in occasione del sermone della domenica - assistevano alle assemblee attraverso le bifore aperte sulla galleria del chiostro. Una lapide nel pavimento conferma la consuetudine di deporre in questo luogo le spoglie degli abati.

Il portale di ingresso è sottolineato da una modanatura caratteristica dell’architettura cistercense, presente anche sulle bifore laterali. Varcata la soglia, sulla destra, si trova inciso un nodo di Salomone in forma di croce. Simbolo dell’alleanza tra cielo e terra, in ambito cistercense il nodo di Salomone venne spesso scolpito in prossimità delle porte di accesso, come allusione al valore salvifico di Cristo, vera porta per la Salvezza, sigillo dell’unione tra Dio e l’uomo.

Il vano quadrangolare è illuminato ad est da tre ampie monofore, che al mattino - durante la lettura della Regola - inondavano l’ambiente di luce. Le volte a crociera presentano un articolato gioco di modanature che ricadono sui sostegni centrali e sulle colonnine addossate alle pareti. La chiave di volta è decorata in alcuni casi da un motivo vegetale diffuso in ambito cistercense. Questo elegante sistema di copertura fu realizzato in un secondo momento. Lo rivela la sovrapposizione delle imposte degli archi rispetto alle monofore, che ne sono in parte nascoste. I confronti storico-artistici consentono di collocare i lavori di abbellimento della sala intorno alla prima metà del XIII secolo, in concomitanza con le trasformazioni della facciata della chiesa e del refettorio. La decorazione di capitelli, basi e congé (dado smussato tra capitello e imposta dell’arco) rivela infatti l’influenza delle maestranze campane, attive in facciata, sugli scultori locali educati nel cantiere-scuola cistercense, coinvolti nella decorazione della sala capitolare.

All’interno i due sostegni principali sono costituiti da un pilastro cruciforme cui si addossano colonnine a fusto liscio coronate da capitelli a crochets (a uncino). Lo stile essenziale delle foglie rimanda alle prime formulazioni cistercensi adottate nel coro della chiesa. I capitelli delle bifore e quelli disposti lungo le pareti nord ed est risentono delle novità formali adottate nel portale della chiesa. Elementi comuni sono la decorazione dei congé e il motivo a strette foglie lanceolate che orna la campana dei capitelli. Sempre nelle bifore, le modanature classicheggianti, l’uso della foglia d’acanto, i capitelli e le decorazioni angolari delle basi (griffes) rimandano alle soluzioni della facciata. La curiosa presenza di due volti umani scolpiti sui capitelli al centro della parete nord conferma l’ascendenza della tradizione artistica campana. Il capitello dell’angolo nord-est ricalca il capitello destro del portico della facciata, mentre i fiori di narciso sulla parete sud riflettono l’influenza del gotico francese, confermata più tardi nel lato meridionale del chiostro. La presenza di rosette rivela la mano di lapicidi laziali, al cui repertorio appartiene anche il motivo della palma utilizzata come terminazione ad uncino. Si tratta di una sigla distintiva dei Maestri Privernati, che ritorna a distanza di qualche decennio nel pulpito della chiesa di S. Maria ad Amaseno, opera dei Gullimari di Priverno del 1291.

I variegati capitelli della sala – eseguiti da maestranze locali – possono essere pertanto ricondotti a due gruppi principali: uno ispirato al linguaggio gotico-borgognone, l’altro aggiornato sulle soluzioni di ascendenza campana introdotte in facciata.

Bibliografia

Autori

Elisa Parziale