ABBAZIA DI FOSSANOVA - Il blocco di san Tommaso

Il blocco di san Tommaso

Descrizione

Con il termine “blocco di san Tommaso” si indica l’insieme di edifici che comprende l’infermeria dei monaci e la cosiddetta “casa dell’abate”. L’origine del nome sta nel fatto che, secondo la tradizione, fu proprio in un ambiente della casa dell’abate che morì san Tommaso d’Aquino.

La casa dell’abate coincide con la parte a nord del complesso. Il lungo edificio che invece si sviluppa da nord a sud corrisponde all’antica infermeria dei monaci. Questa si articolava su due piani sovrapposti, dei quali quello inferiore è oggi interrato, mentre quello superiore si trova al livello dell’attuale piano di campagna. Al livello inferiore dovevano trovar posto ambienti destinati a usi diversi: la cucina, il refettorio per i monaci convalescenti e l’alloggio del monaco infirmario, ossia quel religioso che gestiva l’infermeria. Il piano superiore, una vasta aula rettangolare, era invece destinato ad accogliere i letti per i monaci malati: questa è a tutt’oggi la parte visitabile dell’intero edificio. Essa ha un impianto architettonico molto semplice: il tetto ligneo è sorretto da arconi trasversi di forma ogivale, il cui profilo inferiore mostra ancora tracce dell’antica decorazione pittorica a motivi geometrici; le monofore si aprivano nella parte alta delle pareti, in modo da permettere l’ingresso di aria e luce, ma da evitare le correnti d’aria, nocive per i monaci ricoverati. All’estremità sud-ovest si trovava l’ambiente delle latrine, confinanti con quelle del dormitorio dei monaci.

L’infermeria era collegata all’ala dei monaci e al chiostro da un cortile, o chiostrino, a tre lati (manca quello a nord). Questo chiostrino aveva la particolarità di essere a due piani: il piano inferiore affacciava sul giardino interno con un muro continuo, mentre al livello superiore si aprivano una serie di semplici arcate a tutto sesto. Anche il lato opposto (est) dell’infermeria presenta tracce di un portichetto a due piani che correva lungo tutta la parete esterna e ormai non più esistente. Da questo lato si trovava l’orto delle erbe medicamentose, necessario in ogni struttura ospedaliera.

L’importanza del “blocco di san Tommaso” sta anche nel fatto che esso è costituito in gran parte da strutture appartenenti al monastero di Santo Stefano: in particolare i muri d’ambito dell’aula per i malati (gli arconi sono invece di epoca cistercense) e parte del chiostrino.

In origine le consuetudini monastiche prevedevano che l’abate dormisse con gli altri monaci e condividesse gli ambienti utilizzati da tutti i confratelli. Con il passare del tempo, tuttavia, si diffuse la tendenza a creare un alloggio separato dagli edifici di uso comune ma comunque, per comodità, vicino al chiostro, alla sala capitolare e al coro della chiesa. A Fossanova dunque, probabilmente alla metà del XIII secolo, si scelse di installare la dimora dell’abate presso l’infermeria dei monaci che occupa l’estremità orientale del complesso abbaziale. In particolare, si decise di sopraelevare la porzione settentrionale della struttura che rivestiva la funzione di oratorio per gli infermi.

Oggi all’appartamento si accede dalla cappella dell’infermeria tramite una stretta scala, ma rimane ben poco delle strutture originarie, che comprendevano anche una latrina pensile, della quale si leggono le tracce nei muri esterni. L’alloggio, infatti, è stato ampiamente rimaneggiato nel corso del XVII secolo quando, su committenza della famiglia Barberini, furono realizzati il soffitto cassettonato e l’altare con il bassorilievo marmoreo di ambito berniniano. Il rilievo rappresenta il momento della morte di san Tommaso d’Aquino, il celebre filosofo autore, tra l’altro, della Summa theologiae, uno dei più importanti trattati teologici di tutti i tempi.

Fu proprio in questo edificio, infatti, che il santo finì i suoi giorni il 7 marzo del 1274. In quell’anno, Tommaso si era ammalato gravemente nei pressi di Maenza mentre si stava recando a Lione per ordine di papa Gregorio X. Venne quindi trasportato nella vicina infermeria di Fossanova, sebbene egli non appartenesse all’Ordine cistercense, bensì a quello domenicano. Dopo la morte e la canonizzazione del santo, avvenuta nel 1323, gli ambienti della sua degenza divennero meta di continui pellegrinaggi che portarono alla loro progressiva trasformazione in luoghi di preghiera e sosta dei fedeli. Le spoglie di san Tommaso furono custodite nell’abbazia fino al 1369, quando il corpo venerato fu traslato a Tolosa (Francia) dove riposa tuttora nella chiesa domenicana dei Jacobins.

Bibliografia

Autori

Nicoletta Bernacchio

Roberta Cerone