SERMONETA - Castello Caetani - Il mastio Annibaldi

Il mastio Annibaldi

Immagini


1) Veduta esterna del mastio (da VESCOVO 2001, p. 131).

2) Bifora (Fondazione Camillo Caetani scheda 1060, GFN E55900).

3) Ultimo piano del mastio Annibaldi, parete meridionale, decorazione (da PISTILLI 2004, p. 101).

Descrizione

Il mastio [Fig. 1], alto m 42, conserva ancora oggi tre degli originari quattro piani, nonostante l’aspetto odierno risenta delle modifiche apportate dalla famiglia Borgia nel XVI secolo; questi, ritenendo pericolante l’ultimo piano dell’edificio in seguito ai numerosi fulmini che lo avevano colpito, decisero di abbatterlo (Longo, Sassoli 1992, p. 10).

La torre appartiene alla tipologia della residenza fortificata d’alto lignaggio, giacché si può ricollegare a un modello palaziale diffuso a Roma nei primi decenni del Duecento e che solo una famiglia baronale romana avrebbe potuto realizzare come simbolo della propria potenza (Pistilli 2004, p. 83).

L’esterno è stato realizzato in piccoli blocchi di pietra calcarea ben squadrati, con spigoli e stipiti finemente lavorati. Le finestre del primo ordine, che si affacciavano sul lato occidentale, furono opportunamente chiuse dai Caetani al momento della creazione della nuova cinta difensiva, mentre quelle del secondo e terzo ordine sono ancora visibili. Dal punto di vista tipologico si tratta di finestre bifore a sesto acuto ornate da colonnine marmoree con capitelli a due ordini di crochets sovrapposti [Fig. 2].

Le caratteristiche residenziali del palazzo – disposto originariamente su quattro piani e affiancato a ovest da un baluardo di servizio più basso – il Maschietto – e da una struttura con il vano scala – non furono modificate dai Caetani, che si limitarono ad affrescare le pareti interne, di cui oggi rimangono ampie porzioni nel piano più alto della torre.

Della decorazione promossa dai Caetani restano oggi alcuni brani negli ultimi due piani della torre [Fig. 3], benché probabilmente erano dipinti anche i piani inferiori (Pistilli 2004, p. 85).

Infatti in un documento del 1324 (Pistilli 2004, p. 85) è riportata l’esistenza di una «camera miorj picta, in capite sale magne», da identificare con la sala a piano terra del torrione, che comunicava attraverso uno stretto passaggio con l’aula di rappresentanza. Il 1324 potrebbe essere considerato un valido limite cronologico entro il quale collocare tutta la campagna pittorica, datata, sulla base dei frammenti superstiti, ai primissimi anni del Trecento (Mihályi 1999, pp. 480-481).

Gli affreschi inoltre mostrano un legame con le pitture delle sale delle ‘Scacchiere’ e delle ‘Oche’ del palazzo Caetani ad Anagni; presumibilmente entrambe le imprese sono da ricondurre alla medesima committenza, che comunque si avvalse di due differenti botteghe (Pistilli 2004, p. 85).

Le pitture del mastio sermonetano, che rientrano a pieno nella tipologia della «tapezzeria picta», rivelano una resa stilistica superiore a quella del ciclo di Anagni grazie alla raffinata tessitura delle maglie geometriche e alle varianti apportate al repertorio iconografico. Esse riprendevano i motivi di stoffe e tendaggi e venivano adottate come decorazioni parietali al posto dei costosi tessuti ricordati dalle fonti; per imitazione la stessa tipologia di affresco fu realizzata anche in alcuni ambienti di prestigio del monastero cistercense di Valvisciolo, allora governato dal vescovo di Alatri Leonardo, persona di fiducia di Bonifacio VIII (Pistilli 2004; Mihályi 1993; 1999).

Bibliografia

Marchetti G., Il castello di Sermoneta, Roma 1960.

Mihályi M., Nota su alcune pitture nell’abbazia dei Ss. Pietro e Stefano di Valvisciolo presso Sermoneta, «Arte medievale», s. II, VII (1993), 2, pp. 113-116.

Mihályi M., Architettura dipinta nel territorio di Sermoneta. Il caso di Valvisciolo, in Sermoneta e i Caetani. Dinamiche politiche, sociali e culturali di un territorio tra medioevo ed età moderna, «Atti del Convegno della Fondazione Camillo Caetani, Roma-Sermoneta, 16-19 giugno 1993», a cura di L. Fiorani, Roma 1999, pp. 473-499.

Pistilli P.F., Arte e architettura nei domini Caetani nella Marittima, in Bonifacio VIII, i Caetani e la storia del Lazio, Atti del Convegno di studi storici, Roma, Palazzo Caetani, 30 novembre 2000, Latina, Palazzo “M”, 1 dicembre 2000, Sermoneta, Castello Caetani, 2 dicembre 2000, Roma 2004, pp. 81-116.

Pistilli P.F., Influenze dell'architettura cistercense nell'edilizia urbana della Marittima, in Il monachesimo cistercense nella Marittima medievale, a cura di R. Cataldi, Casamari 2002, pp. 299-324.

Spiccia L., Il castello Caetani di Sermoneta. Storia di una signoria, Latina 2005.

Vescovo A., Castelli e rocche del Lazio e dell’Abruzzo, Milano 2001.

Autori

Federica Bottura