TERRACINA - Convento di San Domenico - Il rosone della chiesa

Il rosone della chiesa

Immagini


1) Chiesa, facciata, rosone (da Bianchini 1972)

Descrizione

Il grande rosone di pietra calcarea, collocato sulla facciata della chiesa ed esposto ad un’altezza di 5 m dal livello di calpestio, è composto da dodici archetti intrecciati che poggiano su altrettante colonnine disposte a raggiera attorno a un cerchio polilobato (Aurigemma, Bianchini 1960, p.46). I capitelli sono decorati con semplici motivi a foglie stilizzate simili tra loro pur con poche varianti, e, con l’eccezione di due casi, appaiono molto ben conservati. Dai capitelli partono archetti a tutto sesto che si intrecciano tra loro formando archi a sesto acuto. La forma a crochet dei capitelli, originaria della Borgogna, viene importata in Italia dai cistercensi. Questo capitello è caratterizzato da una campana svasata contro la quale, in corrispondenza con le sporgenze dell’abaco, si addossano quattro foglie snelle con le punte ripiegate ad uncino, il crochet, appunto (Rech 1989, p.58; Franchetti Pardo 1999, p. 256). La cornice che profila il rosone è semplicemente modanata

I confronti più stringenti per il disegno e le proporzioni del rosone si possono istituire con gli omologhi di S. Maria in Flumine di Ceccano e nelle chiese abbaziali di S. Maria Maggiore a Ferentino e di Valvisciolo presso Sermoneta e di S. Lorenzo Amaseno; tutti databili tra la fine del XII secolo e i primi anni del XIII secolo. Tuttavia l’esempio di Terracina differisce dai tre sia per l’aspetto più tozzo delle colonnine prive di scanalature, che per la forma a tronco di piramide e la decorazione estremamente sintetica dei capitelli (Enlart 1894, pp.153-154).

Bibliografia

Aurigemma S., Bianchini A., De Sanctis A., Circeo Terracina Fondi, Roma 1960.

Enlart C., Origines Françaises de l’Architecture Gothique en Italie, Paris 1894, pp. 163-164, 273-274.

Esposito D., Strutture insediative e organizzazione del territorio della Campagna Romana tra la fine del XIII e il XIV secolo, in Arnolfo di Cambio e la sua epoca: costruire, scolpire, dipingere, decorare, «Atti del Convegno Internazionale di Studi, Firenze-Colle di Val d’Elsa, 7-10 marzo 2006», a cura di V. Franchetti Pardo, Roma 2006, pp. 347-356.

Franchetti Pardo V., Architettura cistercense ed architettura degli ordini mendicanti: confronti e differenze con riferimenti anche all’area della Marittima, in Il monachesimo cistercense nella Marittima medievale. Storia e arte, «Atti del Convegno, Fossanova- Valvisciolo, 24-25 settembre 1999», a cura di R. Castaldi, Casamari 2002, pp. 249- 297.

Pantoni A., Opere e avanzi trecenteschi a Montecassino, «Arte Cristiana», XXX (1942), pp. 45-51.

Parlato V., Romano S., Roma e il Lazio. Il Romanico, Milano 2001, pp. 255-266.

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Zander G., Terracina medievale e Moderna attraverso le sue vicende edilizie, «Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura», XXXI-XLVIII (1961), pp. 315-330.

Zander G., L’influsso cistercense di Fossanova sulle tre cattedrali di Terracina, Sezze e Priverno nella Marittima, in Scritti in memoria di Giuseppe Marchetti Longhi («Biblioteca di Latium», 10), 1990, pp. 101-133.

Zander G., Contrasto di maestranze: scuola cistercense dei lapicidi di Fossanova e maestranze di marmorari romano-campani nella ricostruzione della Cattedrale di Terracina, in Saggi in onore di Renato Bonelli, «Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura dell'Università degli Studi ‘La Sapienza'», n.s., XV-XX (1991-1992), 1, pp. 123-134. 

Autori

Guendalina Patrizi