TERRACINA - Palazzo Venditti - La trifora
La trifora
Immagini
1) Prospetto occidentale, trifora (foto Roberta Cerone) | 2) Prospetto occidentale, trifora, particolare (foto Roberta Cerone) |
Descrizione
Delle finestre presenti al primo piano di palazzo Venditti, l’unica a non aver subito rimaneggiamenti è quella sul lato ovest, esposta verso la cattedrale: un’ampia trifora ad arco acuto, con archetti trilobati, aperta al centro da una rosetta a cinque lobi e dotata di capitelli a crochets di stampo cistercense [fig.1]. Esattamente sopra l’arco della finestra è presente uno spazio intonacato con le fattezze di scudo, il quale forse in origine accoglieva un simbolo araldico in pietra.
L’analisi della trifora fornisce inoltre alcuni punti che ulteriormente ci avvicinano all’ambito fossanovense: il traforo centrale e il motivo del congé alla base dei capitelli [fig. 2], due classici motivi cistercensi, si presentano qui del tutto decontestualizzati; un altro esempio di decontestualizzazione del motivo del congé, usato quindi impropriamente, è il portale di S. Bartolomeo a Sezze, mentre per quanto riguarda invece il traforo, esso richiama direttamente gli oculi polilobati presenti in molte abbazie cistercensi come Casamari, Fossanova e Tre Fontane. In origine, sia il motivo del congé, sia il traforo centrale, dovevano caratterizzare anche la bifora del lato settentrionale e la trifora rimaneggiata del lato sud, le quali oggi non hanno più l’aspetto originario. Sia nel lato nord che nel lato sud, si notano molte riprese del tessuto murario dovute a restauri successivi, mentre il lato ovest presenta uno stato di conservazione migliore, fatto testimoniato anche dalla regolarità del tessuto murario e delle buche pontaie.
L’inserimento dello scudo sopra la trifora è un ulteriore elemento a favore dell’ipotesi che il palazzo fosse una dimora patrizia. La presenza di stemmi è infatti frequente nei palazzi comunali, le cui facciate conservano spesso il ricordo delle famiglie di provenienza dei consoli e podestà; l’unicità del presunto stemma, però, e la sua collocazione preminente fanno pensare allo stemma araldico dei proprietari dell’edificio. Alcuni documenti pubblicati di recente (Caciorgna 2008), sostenendo questa linea, suggeriscono l’identificazione di palazzo Venditti come il palazzo di residenza della famiglia Pironti, il cui stemma era ancora visibile sul prospetto della loro abitazione nei primi anni del XVIII secolo (Cerone 2010).
Bibliografia
Caciorgna M.T., Una città di frontiera: Terracina nei secoli XI-XIV, Roma 2008.
Cerone R., Congregato populo in palatio communis: il palazzo pubblico nel Medioevo: il caso del Lazio meridionale, Roma 2010.
Autori
Liliana Spadaro