TERRACINA - Cattedrale di San Cesareo - L'ambone
L'ambone
Immagini
1) Navata laterale, particolare con ambone e candelabro (da Rossi 1912) |
Descrizione
L’ambone della cattedrale di Terracina si trova a fianco al candelabro del cero pasquale, tra la terza e la quarta colonna sul lato sinistro della navata centrale. Originariamente, esisteva un ambone corrispondente a quello superstite: si tratta dell’ambone dell’Epistola, le cui sopravvivenze sono state impiegate per risarcire il pavimento dell’edificio, profondamente alterato da un incendio (La Blanchère 1983, p. 179).
Il pulpito presenta una struttura a cassa rettangolare con lettorino, mentre sono andati perduti la scala e la porta. Le cinque colonne in granito che lo sostengono, quattro in posizione angolare e una centrale, sono a loro volta sorrette da animali stilofori, fatta eccezione per la colonna centrale che si innesta su una base poligonale. I leoni stilofori del lato anteriore risultano più definiti rispetto agli animali reggi colonna del lato posteriore, forse pecore (Di Gioia 1982, p.151) o leonesse, che appaiono lavorati sommariamente. Una soluzione analoga è riscontrata negli animali stilofori del pulpito di Caserta Vecchia (Ibidem, p.160) che son giunti fino a noi.
Particolare interesse rivestono i capitelli del lato anteriore: quello collocato a sinistra presenta una corona di foglie d’acanto e dei telamoni fortemente caratterizzati, mentre in quello di destra le foglie d’acanto si alternano a cornucopie che sostengono l’abaco. Come sottolinea Parlato, «il trattamento del panneggio, l’insistito naturalismo con cui vengono tradotti i motivi fogliati, sono elementi che denunciano il passaggio a forme gotiche e si legano all’arte federiciana» (Parlato 2001, p. 333). Secondo Gianandrea, inoltre, i telamoni angolari richiamano il prototipo del pulpito di Guarna di Salerno (Gianandrea 2006, p.148).
La fascia a intarsi policromi dell’architrave risulta molto danneggiata, soprattutto nel lato sinistro che presenta la perdita di alcuni cerchi di pasta vitrea. Nella cassa rettangolare i pannelli sono decorati a intarsio geometrico su tutte e quattro le facce, anche se i due lati brevi appaiono piuttosto rovinati. La decorazione in opus cosmatescum, simile a quella del candelabro pasquale, si sviluppa attraverso motivi geometrici intrecciati che danno «(…) la sensazione delle combinazioni di un ricchissimo caleidoscopio» (La Blanchère 1983, p.179). E questo sapiente esito viene raggiunto nonostante l’impiego limitato di colori: oro, nero, rosso, bianco e, in quantità ridotta, verde.
Sulla base del lettorino è scolpito a rilievo un personaggio maschile barbuto con lunghi capelli agitati dal vento, probabilmente la personificazione di Abyssus (Di Gioia 1982, p.153; Parlato 2001, p. 333), che appare anche nei pulpiti campani di Salerno e Sessa Aurunca, così come il motivo geometrico della tarsia marmorea della balaustra (Parlato 2001, p. 333). Anche secondo Di Gioia, nel nostro pulpito «si evidenzia la stretta dipendenza delle tipologie campane sia nella struttura architettonica che nella decorazione plastica, mentre nella composizione dei pannelli si riscontra un rigore grafico non comune, che può rimandare al pulpito della cattedrale di Teano della prima metà del XIII secolo» (Di Gioia 1982, p.160).
Si tratta, dunque, di un’esemplare interessante che mostra da un lato influenze dell’ambito campano, dall’altro esiti originali in cui le maestranze si manifestano capaci di distaccarsi liberamente dai prototipi.
Bibliografia
Aurigemma S., Bianchini A., De Santis A., Circeo, Terracina, Fondi, Roma 1957.
Bianchini A., Notizie sulla diocesi di Terracina e descrizione delle chiese della città, [S.I.] 1972.
Bianchini A., Storia di Terracina, Terracina 1952.
Di Gioia E., La cattedrale di Terracina, Roma 1982.
Gianandrea M., La scena del sacro. L'arredo liturgico nel Basso Lazio tra XI e XIV secolo, Roma 2006.
La Blanchère M. R., Terracina. Saggio di storia locale, Gaeta 1983.
Longo P., Il Duomo di Terracina, Roma 1991.
Parlato E., Romano S., Roma e il Lazio. Il Romanico, Roma 2001.
Rech C., Terracina e il Medioevo: un punto di osservazione sul Primo Millennio alla fine del Secondo Millennio. Terracina, Sala Valadier, 29 giugno-31 ottobre 1989, Roma 1989.
Rossi A., Terracina e la palude pontina, Bergamo 1912.
Autori
Elisabetta Masala