ABBAZIA DI FOSSANOVA - La chiesa abbaziale - Il corredo scultoreo

Il corredo scultoreo

Immagini


1) Chiesa abbaziale, interno, capitello

2) Chiesa abbaziale, interno, capitello

Descrizione

L’estetica cistercense, influenzata dagli scritti di san Bernardo da Clairvaux, si oppone con forza al concetto di curiositas, vale a dire la tendenza alla deformazione fantastica dell’arte figurativa romanica. È per questo che negli edifici cistercensi la decorazione appare generalmente piuttosto limitata ed è caratterizzata dall’estremo rigore formale e dall’utilizzo di uno scarno repertorio di forme e motivi, quasi esclusivamente vegetali e geometrici.

Anche nel corredo plastico all’interno dell’abbaziale fossanoviana si ritrova questa stessa volontà di essenzialità che, del resto, connota l’intera produzione artistica cistercense. Accanto a motivi ornamentali strettamente aderenti agli orientamenti estetici dell’Ordine, però, si ritrovano elementi di derivazione centro-italiana e di ispirazione ancora romanica che testimoniano la collaborazione tra maestranze francesi e laziali e il moltiplicarsi degli innesti locali nelle fasi più avanzate del cantiere.

Si osserva pertanto la presenza di una tipologia di fogliame estremamente semplificato nei suoi elementi costitutivi che rappresenta il tema dominante, ma si ritrova ogni volta declinato in infinite variazioni. In alcuni capitelli il trattamento delle foglie sembra richiamarsi al classico acanto, in altri ancora trovano posto, tra le incisure di separazione, elementi floreali o a goccia, mentre in alcuni casi il motivo vegetale si ritrova trasformato in foglie rigide e carnose, come di pianta grassa, percorse da una costola centrale e a volte caratterizzate dalla punta inflessa. Nei pilastri addossati alla controfacciata e nel pilastro all’incrocio tra transetto destro e coro si osserva la tipologia di capitello di più stretta derivazione borgognona, caratterizzata da una struttura campaniforme serrata da due giri di foglie rigidamente scanalate e terminanti con crochets (uncini).

L’unico elemento estraneo al variegato repertorio vegetale è una piccola papera nascosta in un capitello nel secondo pilastro settentrionale della navata centrale (sulla sinistra). Tale presenza iconica, seppur isolata e ben nascosta, non è inusuale nella prassi artistica dell’Ordine che a volte prevedeva inserti figurativi allusivi alle attività agricole, come dimostrano gli asini di un capitello del coro di Marienstatt (Germania) e le cicogne scolpite in un capitello a Chiaravalle di Fiastra (Marche).

Bibliografia

Autori

Roberta Cerone