CORI - Chiesa di Santa Maria della Trinità - Frammento di muratura

Frammento di muratura

Immagini


1) Porzione di un muro della chiesa di santa Maria della Trinità (ipotesi), Fototeca comunale - foto non inventariata (di Meo, 2012, p. 114).

2) Campanile della chiesa di sant'Oliva, particolare della muratura.

Descrizione

L'unica testimonianza visiva finora rinvenuta dell'antica chiesa di santa Maria della Trinità è costituita da una fotografia conservata nella Fototeca comunale di Cori (di Meo, 2012, p. 114) in cui è visibile solo un piccolo lacerto di muro [1]. La fotografia non ha alcun tipo di segnatura né un numero di inventario ed è quindi solo ipoteticamente riferibile all'antica costruzione di santa Maria al Monte (poi santa Maria della Trinità). Un elemento di aiuto nella correlazione tra quella foto e la chiesa può essere la descrizione di una porzione di muratura non interessata dai rifacimenti ottocenteschi che Alessandro Accrocca scrive, nel 1933, in un testo sulla città di Cori: «Nelle pareti esterne della chiesa della SS. Trinità, o meglio, in quel tanto che ne rimane dopo i volgari rifacimenti apportativi, la fasce di tufi e di pietre rettangolari sono alternate con zone alte circa un metro di piccole pietre bianche quadrate, disposte a reticolato» (Accrocca, 1933, pp. 37-38). Il testo sembra proprio descrivere l'apparecchio murario documentato dalla fotografia conservata nella Fototeca comunale. Lo scatto in questione testimonia di una struttura muraria che nella parte bassa è realizzata con una alternanza di fasce orizzontali di materiali cromaticamente differenti e che, nella parte alta, è definita dalla presenza dell'opus reticulatum alternato a fasce di tufi. Sulla parete fotografata è presente anche una piccola finestra strombata chiusa con l'inserzione di blocchi di pietra irregolari. Il disegno murario è reso ancor più disomogeneo dalla presenza sulla sinistra di inserzioni di muratura con struttura ancora differente. Tenendo conto delle oggettive difficoltà di studio e considerata la reale scarsità di informazioni possiamo comunque riportare le seguenti affermazioni e ipotesi.

Il paramento murario in opera reticolata si diffonde a partire dal I secolo a. C. ed è presente in quelle città oggetto di ricostruzione in seguito alle guerre civili tra Mario e Silla, tra queste è presente anche Cori (Moretti, 1963, p.; Brandizzi Vittucci, 1968, p. 55)

Nel periodo bassomedievale si diffonde, nei margini settentrionali della Campania e della Marittima, un parato murario caratterizzato da un'alternanza di fasce realizzate con materiali diversi, solitamente calcare e tufelli, che disegnano una successione orizzontale chiaroscurata sulla superficie esterna delle costruzioni. Si tratta di una tecnica utilizzata in quel periodo a Roma soprattutto per la realizzazione di strutture fortificate (Fiorani, 1996, p. 208). Ne è esempio in Cori il parato esterno, di epoca duecentesca, del campanile della chiesa di sant'Oliva [2].

A qualunque edificio appartenga il muro fotografato sarebbe un ulteriore esempio della continuità edilizia romano – medievale (riutilizzo di una antica muratura per l'edificazione dell'edificio religioso?) tipica della città di Cori e della sua dipendenza dalla vicina città di Roma.

 

Bibliografia

Brandizzi Vittucci P.,  Cora («Forma Italiae», 5), Roma 1968, p. 55

Di Meo E., Cenere alla cenere. Storia della morte a Cori dalla sepoltura in urbem al cimitero extraurbano (secoli XVI-XX), Cori 2012, p. 114

Esposito D.,  Tecniche costruttive murarie medievali. Murature “a tufelli” in area romana, Roma 1997, p. 27

Fiorani D., Tecniche costruttive murarie medievali. Il Lazio meridionale, Roma 1996, p. 208

Moretti A. ,s. v. Muraria arte, in Enciclopedia dell'arte antica, V, Roma 1963

Autori

Ileana Pansino