CORI

CORI

Coordinate GPS: 41.644665,12.913092

Sottoschede

Immagini


1) Vista del pendio collinare sul quale si estende la città.

2) Sullo sfondo la catena dei monti Lepini.

3) Foto aerea, è visibile la divisione dell'abitato tra l'area

4) Torre di epoca sillana costruita lungo il percorso delle mura.

5) Tempio di Ercole

6) Tempio di Ercole

7) Tempio di Ercole e campanile della Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo (distrutta durante il bombardamento del 1944).

8) Abbazia benedettina della SS. Trinità, parete perimetrale superstite (da Pistilli, 2008, p. 74).

9) Chiesa di San Francesco.

10) Via del Porticato.

11) Vicolo

12) Vicolo

13) Vicolo

14) Vicolo

15) Piazza difronte alla chiesa di sant'Oliva

16) Piazza del Pozzo Dorico

17) Casa torre del XIII secolo.

18) Casa torre del XIII secolo, particolare della muratura.

19) Campanile della chiesa di sant'Oliva.

20) Campanile della chiesa di sant'Oliva, particolare della muratura.

Descrizione

La città di Cori si estende lungo i fianchi di una collina protetta alle spalle dalla catena dei monti Lepini, il suo territorio comprende anche un’ampia area di influenza a valle che si estende fino alla via Appia e al tracciato della via Pedemontana [1-2]. La città è posta in una evidente posizione nodale rispetto ai percorsi commerciali peninsulari e antipeninsulari. L’ampiezza della zona compresa nel tessuto urbano, da monte a valle, è probabilmente la causa dell’ancora oggi evidente separazione tra il centro insediativo alto e l’area alle sue pendici, tanto che, da sempre, i due nuclei conservano il nome di Cori a monte e Cori a valle. [3]

Le origini della città, quasi certamente di epoca preromana, sono difficili da definire con esattezza in base a elementi scientifici; il mito della sua fondazione ad opera di Corace di Argo, esule troiano dal quale deriverebbe il nome di Cori, viene narrato da Virgilio nell'Eneide e da Plinio nella Naturalis Historia. La prima notizia storica certa è data da Catone il Censore (Catone il Censore, Origines, libro II) che nomina Cori tra le città che alla fine del VI secolo a. C. si riuniscono nella lega dei Prisci Latini, un'alleanza di carattere politico religioso sorta per ostacolare la nascente potenza romana. Fallito il tentativo della lega il territorio di Cori, considerata anche la vicinanza geografica, viene inglobato nell'orbita del controllo romano. Durante la guerra civile dell'82 a. C. la città lepina sostiene Silla e negli scontri che portano all'affermazione dell'Impero si schiera dalla parte di Augusto. Difficile da ricostruire è l'epoca immediatamente successiva alla caduta dell'Impero romano, non si hanno elementi per immaginare, come nella maggior parte dei centri laziali, un completo abbandono della città o solo una diminuzione della popolazione.

In epoca medievale la città si dà un ordinamento comunale e nel 1327 formula i propri Statuti. Non diviene feudo di alcuna famiglia, anche se è 'controllata' dagli Annibaldi, e rimane sempre nell'orbita del potere papale tanto che nel 1234 Gregorio IX la dichiara castrum inalienabile; in un documento pubblicato da Ermini databile tra il 1371 e il 1373 Cori viene definita come “mediate subiectae” al dominio della Chiesa (Ermini, 1925, pp. 171-200). La storia medievale di Cori è intimamente legata a quella di Velletri, sede della diocesi, poiché entrambe non sottoposte a soggezione feudale si difendevano a vicenda dai tentativi di ingerenza delle Signorie che le circondavano. Esempio di questo procedere a braccetto è il saccheggio della città di Albano, perpetrato nel 1377 dalle due città e costato loro la scomunica. Nel 1401 Ladislao di Durazzo, re di Napoli della dinastia angioina, invade la provincia di Campania e Marittima occupando anche la città di Cori. Di questa dominazione si conserva il ricordo nei restauri della cinta muraria che l’invasore dispone proprio in quegli anni. Qualche decennio dopo papa Martino V, posto termine allo scisma d’occidente, dà inizio a quel processo di accentramento dei poteri che priva di qualunque autonomia i liberi comuni come Cori. Termina così dunque la partecipazione attiva e da protagonista della città di Cori nella storia. L'impianto urbanistico e architettonico dato alla città in epoca romana, per il quale si intende la trasformazione rilevante voluta da Silla nel I secolo a. C., si risolve nella parte alta in un rafforzamento della cinta muraria [4] e in una esaltazione dell’area dell’acropoli con l'edificazione del Tempio di Ercole [5-7]. Nella parte bassa, a Cori valle, l’inserzione romana si traduce nel rafforzamento dei punti di attraversamento dei torrenti. Riguardo all'epoca medievale, la cui ricostruzione si basa essenzialmente sull’analisi concreta delle tipologie architettoniche e delle murature superstiti, si può ipotizzare un popolamento della città intorno al IX secolo e una florida vita comunale tra l’XI e il XV secolo. A questo lasso di tempo infatti risale l’attuale assetto urbanistico interamente sviluppato all’interno delle mura caratterizzato da evidenti elementi di continuità con la struttura latina sia dal punto di vista dell'impianto generale sia per quanto riguarda la struttura delle costruzioni. La continuità urbanistico architettonica classico - medievale è testimoniata in alcuni degli edifici religiosi più importanti di Cori - santa Maria della Pietà, sant'Oliva e la distrutta chiesa dei Ss. Pietro e Paolo – che vengono edificati su preesistenti strutture templari. Nell'ambito del territorio di Cori non sono presenti potenti comunità monastiche, l'insediamento più antico è quello benedettino che ha sede in una località poco fuori dal centro cittadino chiamata 'Abbadia'; il complesso, intitolato alla SS. Trinità, risale al XII secolo ma già nel secolo successivo conosce un periodo di decadenza che lo porta a uno stato di totale abbandono [8]. Più tarda è invece la presenza dell'ordine francescano che risale al XV secolo.[9]. I principali interventi urbanistico – architettonici di epoca medievale sono: Il raddoppio del percorso extramuraneo sul versante sud orientale con un tracciato interno e protetto, attuale Via del Porticato [10]. In particolare la muratura risalente al XIII secolo è costituita per la maggior parte da blocchetti regolari di altezza contenuta fra i 4 e 7 cm (Fiorani, 1996, p. 215) realizzata utilizzando ampio materiale di reimpiego (Fiorani, 1996, p. 208).

L’arricchimento della maglia viaria mediante numerosissimi vicoli di collegamento tra le strade insistenti su curve di livello diverse [11-14] che costituiscono le minute 'unità urbane' di cui è intessuta la città. La riqualificazione delle aree polarizzanti: l’area del tempio di Ercole conserva il carattere sacro di età romana, la piazza di sant'Oliva diviene la principale sede del mercato e il luogo dove si eleggono le magistrature cittadine, la piazza del Pozzo Dorico è la sede preferita delle manifestazioni pubbliche [15-16]. Nel periodo tra il XII e il XIII secolo si diffonde nella città una tipologia edilizia costituita dall'utilizzo per la costruzione della muratura della tecnica a blocchetti (Fiorani, 1996, p. 30) [17 - 18] che talvolta si delinea in una struttura a filari il cui principale esempio è il parato esterno del campanile della chiesa di sant'Oliva (Fiorani, 1996, p. 215) [19-20]. Questo tipo di muratura riprende i classici modelli sviluppatisi in area romana dal II secolo d. C (Esposito, 1997, p. 27) ed è un'ulteriore testimonianza della continuità edilizia tra il mondo romano antico e quello medievale, manca infatti nelle costruzioni coresi quell’influenza derivante dall’architettura cistercense tipica di altri centri della Marittima (cfr. Pistilli, 2008, pp. 303 – 304). Il caso di Cori, come pochi altri tra i quali ad esempio Ninfa, è singolare in quanto deve il suo aspetto nella totalità alla tradizione romana, sia nella tipologia della casa-torre cava di impianto quadrato e dall’alzato slanciato [17], sia nell’impiego di finestrelle ridotte e rettilinee, sia nell’adozione di tecniche e materiali costruttivi come l’opera saracinesca nella versione più nota a blocchetti di tufo e nella variante a fascioni bicromi in calcare e tufelli. Il più noto esempio di architettura medievale della città di Cori è costituito dalla chiesa di sant'Oliva, il cui edificio, documentato per la prima volta come arcipretura in un breve di Alessandro IV del 1257, viene costruito sul podio di un tempio di età repubblicana del quale riutilizza almeno tre colonne del pronao e un settore della parete orientale della cella. L'attuale impianto della chiesa risale al XV secolo mentre mantiene l'aspetto duecentesco il campanile ad essa addossato [15, 19]. La muratura esterna del campanile è chiaramente riferibile al pieno Duecento in quanto realizzata “in opera saracinesca a fascioni bicromi di calcare e tufelli, ornata in alto da tre bacini ceramici di produzione centro – meridionale” (Pistilli, 2008, p. 73) [20].

Bibliografia

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Autori

Paola Cirigliano

Susanne Meurer

Ileana Pansino