PRIVERNO

PRIVERNO

Coordinate GPS: 41.470194,13.183237

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Immagini


1) Priverno, il duomo ed il palazzo Comunale (foto Ilaria Proia)

2) Priverno, piazza Giovanni XXIII dalla terrazza del duomo (foto Ilaria Proia)

3) Priverno, palazzo Comunale (foto Ilaria Proia)

4) Schema del centro urbano (da Pistilli 2002)

5) Casa medievale con profferlo (foto Ilaria Proia)

6) Frammento scultoreo in via Zaccaleoni (foto Ilaria Proia)

7) Frammento scultoreo in via Zaccaleoni (foto Ilaria Proia)

8) S. Antonio Abate, portale, architrave (foto Elisabetta Loi)

9) Palazzo comunale e palazzo Valeriani-Guarini (foto Ilaria Proia)

Descrizione

La datazione relativa al periodo di fondazione della città nuova di Priverno viene tradizionalmente collocata tra il IX e X secolo. Tuttavia la questione risulta alquanto problematica, poiché recenti scavi archeologici nell'antica Privernum, sita nella località di Mezzagosto, hanno apportato rilevanti testimonianze che provano come la città, non solo non venne abbandonata tra il IX e il X secolo, ma fu abitata fino agli inizi del XIII secolo (Bucarelli 2003 pp. 108-119; Cancellieri 2001, pp. 227-239; Speciale 2006 p. 120).

Accurate operazioni di scavo condotte sotto la direzione dell'archeologa Margherita Cancellieri (dirigente del Museo dell'Abbazia di Fossanova), infatti, hanno riportato alla luce resti di un importante edificio di culto cristiano dedicato alla Vergine, che dalle risultanze archeologiche appare attivo fino agli inizi del XIII secolo. Questa scoperta ha fatto sì che la data di fondazione dell'odierna Priverno slittasse al XIII secolo, così da far cadere definitivamente l'ipotesi secondo la quale l'impianto della nuova città sarebbe scaturito a seguito di un devastante incendio avvenuto nel 1159, come ricordato nella Cronaca di Fossanova (Sperduti 1980). Si può quindi ipotizzare che tale evento avvenne nel sito di Mezzagosto e non nella città collinare.

Il sito medievale si colloca in una posizione strategicamente importante, su un'altura a controllo della rilevante via di comunicazione lungo l'Amaseno, tra la valle del Liri e la piana Pontina. La sua prosperità fu legata all'impraticabilità della via Appia e allo spostamento dei traffici sulla via Pedemontana, che aggirava lo sperone dei monti Ausoni, prima di dirigersi a sud verso Terracina. Il sito era fortificato da una cinta muraria, la cui datazione appare difficile, poiché l'unico documento ad esso relative è riportato dal Valle e menziona una delle porte con la datazione 1181 (Valle 1646, p. 382).

L'aspetto del centro è caratterizzato dal forte influsso dell'architettura cistercense dovuto alla presenza della vicina abbazia di Fossanova, come testimoniano i monumenti medievali più importanti della città, quali il duomo di S. Maria Annunziata, la chiesa di S. Giovanni Evangelista e il Palazzo comunale, nonché lo stesso schema urbano. La pianta della città, infatti, evidenzia la sua progettazione con i criteri modulari tipici dell'architettura dell'ordine francese [fig. 4] (Pistilli 2002); di forma quasi circolare, ripartita in quattro quartieri, si struttura secondo blocchi edilizi rettangolari assai regolari nei pressi dell'asse principale: la via Consolare che collega porta Romana alla porta Napoletana e consente l'accesso alla piazza Giovanni XXIII dove si affacciano il Duomo e il Palazzo comunale [figg.1-3].

La vicinanza del cantiere-scuola di Fossanova determinò anche la formazione di una generazione di lapicidi, già individuati da Enlart, e noti alla critica come 'maestri privernati', attivi dal XIII al XIV secolo e ai quali sono attribuite varie opere collocate all'interno del centro urbano e nei territori limitrofi (Enlart 1894, pp. 10-11; Angelini 1998, pp. 436-475;  Gianandrea 2006, pp. 184-196). Esempi del loro operato si riscontrano nel portico del duomo e nel più tardo architrave del portale di S. Antonio Abate ad opera di Toballo De Ianni, firmato e datato 1336 [fig. 8]. 

Gli edifici di epoca medievale sono realizzati in pietra locale di origine calcarea e spesso si caratterizzano per la presenza di profferli, vale a dire di scale esterne [fig. 5]. Non è insolito che le facciate, spesso traforate da eleganti bifore, siano arricchite da frammenti scultorei provenienti da edifici ormai scomparsi. Trattasi nella maggior parte dei casi di leoni accovacciati (ad esempio le case in via Leone Leo 12 e 40, via Zaccaleoni 19-21) e più raramente figure antropomorfe (via Zaccaleoni 1) [figg. 6-7] .

Tra gli edifici privati nobiliari appartenenti al periodo medievale si segnala il palazzo Valeriani-Guarini, una delle dimore più antiche della città, edificato nel XIII secolo e rimaneggiato nel 1514 [fig. 9]. Conserva bifore e monofore, in una delle quali si legge il nome dell'antico proprietario Pietro Giovanni Guarino (Carbonara- Messineo 1998, p. 80). Altra dimora degna di nota è il palazzo S. Giorgio detto Bargello, edificio contemporaneo al Palazzo Comunale, interessante per la presenza di elementi architettonici di matrice cistercense al suo interno [11]. Alcuni studiosi lo hanno identificato come il luogo dove stazionava il corpo di guardia e si presenta come una robusta casa-torre. Ben curato è l'apparato murario realizzato con piccoli scapoli di calcare locale secondo la tecnica medievale (Angelini 1973, p. 12). Per concludere si ricorda la celebre abitazione in via Gallo, già ampiamente studiata come esempio di casa-torre (De Minicis 1996, pp. 186-200).

Bibliografia

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Autori

Maria Serena Lanfranca

Ilaria Proia

Marialuisa Terrasi